C’è molto da sapere e molto che possiamo fare

Rifiuti

Nella vita di tutti i giorni produciamo tanti rifiuti. Quando scartiamo una merendina, lasciamo nel piatto i broccoli o decidiamo che è il momento di cambiare videogioco, stiamo dicendo che non vogliamo più usare quelle cose e quindi vogliamo disfarcene. È un gesto molto semplice: presa la decisione, gettiamo il tutto nella pattumiera e quando la pattumiera sarà colma, butteremo il sacchetto nel cassonetto. Da quel momento in poi, saranno i servizi predisposti a farsi carico dei nostri rifiuti e il problema sarà per noi risolto. In realtà dietro ai rifiuti c’è molto da sapere e molto che possiamo fare. Innanzitutto, cosa sono i rifiuti?

Cosa sono e come nascono i rifiuti

Potremmo dire che il rifiuto è una sostanza o un oggetto, di cui una persona vuole disfarsi. Spesso noi riusciamo solo a vedere i rifiuti della nostra pattumiera e non ci sembrano preoccupanti, ma in realtà questi rappresentano un serio problema per il Pianeta. Perché? In natura non esiste il concetto di rifiuto: nei cicli biologici, infatti, ciò che viene scartato da un organismo diventa una risorsa per altri esseri viventi, così che nulla viene sprecato ma tutto si trasforma. Gli organismi morti, le deiezioni animali o i resti vegetali, sono definiti come scarti organici e sono usati come nutrimento per particolari organismi, detti decompositori, che trasformano gli scarti degli altri esseri viventi in preziose risorse e sono perciò molto importanti. Fino al secolo scorso, l’uomo si comportava in modo molto simile alla natura. Soprattutto nelle società contadine, la scarsità di risorse faceva sì che tutto venisse riutilizzato e nulla veniva gettato fintanto che era utile.

I rifiuti nella società pre-industriale

Sebbene in epoca pre-industriale gli esseri umani producessero poche quantità di rifiuti, il problema di collocare ciò che veniva scartato e gettato esisteva già allora. Tutto ciò che non poteva essere riciclato o riutilizzato veniva spesso abbandonato per strada, con gravi conseguenze problemi per la salute. Altrimenti i rifiuti venivano bruciati o interrati fuori dai centri abitati, dando origine alle prime discariche. I rifiuti di quel periodo erano molto diversi dai nostri: erano organici e si trattava più che altro di scarti di bottega e di cucina, deiezioni umane e animali, carcasse, ecc.

I diversi tipi di rifiuti

I i rifiuti che noi cittadini produciamo ogni giorno sono definiti “rifiuti solidi urbani” (RSU) e includono ciò che viene scartato durante le nostre attività quotidiane nella civile abitazione. Tutti gli altri rifiuti sono detti rifiuti speciali e includono i rifiuti prodotti da attività industriali, artigianali, sanitarie, ecc. Per agevolare il processo di gestione, gli RSU vengono divisi in base alla loro composizione, detta anche frazione merceologica. Le principali sono sei: 1) materiali riciclabili (carta, plastica, vetro, ecc.); 2) materiali compostabili (avanzi di cucina, sfalci di potatura, ecc.); 3) materiali ingombranti (divani, mobilia, ecc.); 4) beni durevoli, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (computer, televisori, frigoriferi, ecc.); 5) rifiuti urbani pericolosi (pile, farmaci, batterie, ecc.); 6) residuo (tutto ciò che non rientra nelle categorie precedenti).

Quanti rifiuti

A grandi linee, si può affermare che, come avveniva in passato, la produzione di rifiuti urbani è direttamente proporzionale alla ricchezza, o meglio, al Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite. Nella maggior parte dei casi, in effetti, gli abitanti dei paesi più ricchi e industrializzati producono più rifiuti degli abitanti dei paesi poveri e in via di sviluppo. Nell’ambito dell’Unione Europea gli Stati che presentano la maggiore produzione di rifiuti urbani sono Germania, Francia, Italia e Regno Unito. Ognuno di noi produce in media 1,5 kg di rifiuti ogni giorno. Tali quantità possono diventare altrettante preziose risorse di energia e materia prima, ma occorre costruire un sistema integrato di recupero e trattamento così come previsto prima dal Decreto Ronchi (1997) poi abrogato e ‘assorbito’ dal TUA (Testo Unico in materia Ambientale). Altrimenti, grandi quantità possono significare per noi soltanto grandi problemi di gestione e conseguenti grande impatto ambientale.

Lo smaltimento dei rifiuti

La gestione integrata

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